Molte volte ci troviamo a dover effettuare delle scelte.
Molte volte non diamo a tali scelte la rilevanza che possono effettivamente avere sulle nostre vite, sul nostro corpo, sulle nostre menti…
Quotidianamente, il nostro essere evolve in base ad una serie di opzioni che in automatico attiviamo.
Come in una sorta di percorso ad ostacoli, cerchiamo di effettuare le scelte sulla base delle nostre convinzioni, emozioni, spiritualità che fanno già parte del nostro sé.
Ma non sempre basta… non sempre è sufficiente perché talvolta ci troviamo a dover vivere in prima persona delle nuove emozioni, sensazioni che non albergavano in nessuna parte della nostra anima…
Ed allora non possiamo far altro che sperare, anche se inconsciamente, di fare la scelta giusta.
Non ci sono manuali a cui poter attingere per verificare, non esiste letteratura che ci possa alleviare dal peso della scelta. Quindi, tutto ciò che facciamo è… andare avanti, costruendo giorno dopo giorno il nostro destino, contribuendo all’incisione a fuoco della nostra anima, spezzando catene per spostarsi sempre più al largo dei nostri confini conosciuti.
Giorno dopo giorno, una banale, semplicissima, innocua scelta, può contribuire a modificare la nostra anima…
A volte entriamo in un vortice dove il cono d’ombra sembra rischiarato soltanto dalle fiamme del peccato sino a farle divenire l’unica fonte di luce possibile, l’unica fonte di luce esistente.
E continuiamo ad effettuare scelte, davanti a bivi ormai viziati dalla scelta iniziale. Come in un labirinto di specchi, continuiamo ad addentrarci verso il centro, dove non esiste uscita, dove la luce sembra diventare sempre più forte, sempre più indispensabile… dove il reale e l’irreale si mescolano e si fondono nel cervello dando vita a qualcosa che a volte la mente stessa stenta a riconoscere e ad accettare. Tutto diviene una realtà apparente, come un filtro che deforma e modifica ciò che vediamo.
Prima era emozione, poi passione, poi adrenalina, poi droga e poi… l’assuefazione…
Pensiamo che sia tornata l’emozione, la stabilità… ma in realtà è sempre droga per l’anima, cibo avariato al sapore di crema.
Diventiamo involontariamente il Caronte che accompagna l’anima, avvolgendola in una fredda coperta di bugie.
Che tristezza in quel momento accorgersi che il vincolo del peccato, l’ombra, è più forte di quello dell’amore.
“… è facile lasciarsi catturare e sedurre dal fascino del mistero, da tutto ciò che non ha un contorno definito e potrebbe essere qualsiasi cosa”.
Tutto assume una distorsione sino a quando non si crede che il peccato è continua evoluzione, mentre l’amore è involuzione… Guardare negli occhi la persona che si crede di amare e vederli diversi dai propri… vedere l’innocenza mentre si continua a a stare nell’ombra… non riuscendo più a cambiare… compiacendosi di nutrirsi d’anime come gli spiriti all’inferno…
Invocare a nostra discolpa una morale che è solamente nostra… una morale che ci faccia sopravvivere ubbidendo a leggi scoperte dentro di noi, minime, inventate, solo nostre… Illudendosi che la persona disamorata sia la più potente…
Ma non è vero che non possiamo infrangere quel gioco di specchi, non è vero che non possiamo far tornare a splendere la Luce, non è vero che non esiste niente su cui attingere per verificare. Esistiamo noi e la nostra voglia di Verità. Esistiamo noi con il nostro bene dietro al male. Esistiamo noi con le altre anime accanto che possono tenderci la mano per rientrare in porto.
Ed è nel momento di possibile non ritorno, nel momento in cui il baratro assume sempre di più il fascino per un ultimo salto nel vuoto, nel momento in cui sentiamo che le nostre braccia non potrebbero più riportarci a riva che… possiamo fare nuovamente una scelta. Quella veramente importante e definitiva. Quella che assegna un senso alla nostra esistenza. Quella che romperà quel labirinto di specchi. Quella che ci riporterà alla luce… Quella che ci farà essere splendidi come solo chi viene da lontano, ed ha visto molto, può esserlo.
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