“Diciamo affini quelle sostanze che, incontrandosi, subito si compenetrano e si influenzano vicendevolmente. (…) Bisogna vederle agire davanti ai nostri occhi queste sostanze che sembrano morte, mentre nel loro intimo sono pur sempre pronte all’azione, bisogna osservare con interesse come si cercano, si attirano, si afferrano, si distruggono, si divorano, si consumano e poi, sciolto il più stretto dei legami, riemergono in una forma diversa, nuova, inaspettata: allora sì che concediamo loro una vita eterna, anzi addirittura mente e intelletto, poiché sentiamo con quanta fatica i nostri sensi riescono a osservarle bene e quanto stenta la ragione nel comprenderle.”
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