Claude Monet – San Giorgio Maggiore al crepuscolo (1908)
Marina Novelli
www.marinanovelli.it
Questo dipinto, olio su tela, conservato a Cardiff, in Galles, in realta’ non l’ho mai visto dal vero, ma solo su improbabili riproduzioni…stampa che spesso altera gli equilibri cromatici sapientemente dati dagli artisti.
I colori di questa opera sono estremamente suggestivi, vividi, esaltanti e pieni di magia.
Monet e’ stato considerato il padre dell’impressionismo, data la sua attitudine a dipingere “en plaon-air”, senza abbozzare le tele nello studio, ma giustapponendo i colori direttamente sulla tela, senza quasi fonderli tra loro…e senza mai usare il bianco ed il nero per ottenere i chiari e gli scuri. Una tecnica rapida, “a tocco”, che non si lascia mai influenzare dai cambiamenti della luce…ne’ dai cambiamenti atmosferici.
Questa opera, cosi’ suggestiva, mi consente di tuffarmi nella sua Arte, costituita prevalentemente dal “riflesso”, sul fenomeno della rifrazione, diffrazione, riflessi e dissolvenze; studi questi che Monet aveva iniziato sulle rive della Senna e che non aveva mai abbandonato…nonostante le condizioni climatiche, spesso, avverse!
Cio’ che maggiormente stimola la mia fantasia e’ che la percezione del riflesso e’ altrettanto concreta come la percezion del soggetto stesso. Il campanile, infatti, sembra venirmi incontro…benedicente! Mistico!
Sono ricorrenti in Monet le trasparenze dell’acqua e delle atmosfere; egli sceglie spesso infatti il motivo fluviale perche’ esclude la stabilita’ dei piani prospettici…non ci sono prospettive nelle sue opere, ma mi sento “io spetratrice” parte della prospettiva stessa…sono “dentro” il quadro…e senza convenzioni!
Non mi domando se il riflesso della chiesa e del campanile sia certo e fermo come l’edificio stesso, ma mi beo della moltitudine di colori con cui ha dipinto l’ acqua, che non e’ convenzionalmente celeste o azzurra, ma rossa, verde, gialla, arancione…specchio riflettente di un altrettanto suggestivo crepuscolare cielo!…una emozione mozzafiato!!!
La sua e’ una espressione artistica che, ineluttabilmente, mira a separare l’immagine, come fatto interiore dalla indiscussa oggettivita’ della cosa…quindi due mondi diversi.
Inoltre, ogni volta che vado a Venezia, mi soffermo ad osservare quanto sia difficile distinguere la citta’ vera, magnificamente architettonica, da quella riflessa “sulle tarsie del mare”…quella del sogno!!!🌼🌸🌞🌸🌼
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Questo dipinto, olio su tela, conservato a Cardiff, in Galles, in realta’ non l’ho mai visto dal vero, ma solo su improbabili riproduzioni…stampa che spesso altera gli equilibri cromatici sapientemente dati dagli artisti.
I colori di questa opera sono estremamente suggestivi, vividi, esaltanti e pieni di magia.
Monet e’ stato considerato il padre dell’impressionismo, data la sua attitudine a dipingere “en plaon-air”, senza abbozzare le tele nello studio, ma giustapponendo i colori direttamente sulla tela, senza quasi fonderli tra loro…e senza mai usare il bianco ed il nero per ottenere i chiari e gli scuri. Una tecnica rapida, “a tocco”, che non si lascia mai influenzare dai cambiamenti della luce…ne’ dai cambiamenti atmosferici.
Questa opera, cosi’ suggestiva, mi consente di tuffarmi nella sua Arte, costituita prevalentemente dal “riflesso”, sul fenomeno della rifrazione, diffrazione, riflessi e dissolvenze; studi questi che Monet aveva iniziato sulle rive della Senna e che non aveva mai abbandonato…nonostante le condizioni climatiche, spesso, avverse!
Cio’ che maggiormente stimola la mia fantasia e’ che la percezione del riflesso e’ altrettanto concreta come la percezion del soggetto stesso. Il campanile, infatti, sembra venirmi incontro…benedicente! Mistico!
Sono ricorrenti in Monet le trasparenze dell’acqua e delle atmosfere; egli sceglie spesso infatti il motivo fluviale perche’ esclude la stabilita’ dei piani prospettici…non ci sono prospettive nelle sue opere, ma mi sento “io spetratrice” parte della prospettiva stessa…sono “dentro” il quadro…e senza convenzioni!
Non mi domando se il riflesso della chiesa e del campanile sia certo e fermo come l’edificio stesso, ma mi beo della moltitudine di colori con cui ha dipinto l’ acqua, che non e’ convenzionalmente celeste o azzurra, ma rossa, verde, gialla, arancione…specchio riflettente di un altrettanto suggestivo crepuscolare cielo!…una emozione mozzafiato!!!
La sua e’ una espressione artistica che, ineluttabilmente, mira a separare l’immagine, come fatto interiore dalla indiscussa oggettivita’ della cosa…quindi due mondi diversi.
Inoltre, ogni volta che vado a Venezia, mi soffermo ad osservare quanto sia difficile distinguere la citta’ vera, magnificamente architettonica, da quella riflessa “sulle tarsie del mare”…quella del sogno!!!
Grazieeeeee!!!! Mi hai aperto un mondo Marina! Il mondo delle emozioni che i quadri di Monet mi hanno sempre procurato… Non avevo mai percepito l’importanza delle sue rifrazioni e diffrazioni, riflessi e dissolvenze… Ed è proprio vero… In qualche modo mi pone all’interno del quadro… Che bello! Hai dato un “nome” a ciò che ho provato… Senza tralasciare ovviamente quello che mi provoca il “calore” del dipinto in sé. Mi hai dato inoltre un bel suggerimento per quando tornerò a Venezia. Guarderò il “rilfesso” di essa nelle sue acque… Ancora grazie!
Ancora grazie a te per questa meravigliosa pittorica avventura!!!
Huau.. aspetto il dipinto e aspetto il tuo commento Marina Novelli per assaporare concretamente la sensazione che mi suscita. Due mondi diversi che si fondono insieme.. bellissimo! Emozioni che ho sperimentato negli ultimi tempi..
Grazie!!
E grazie Franco che riesci a far emozionare ogni volta!!
Ciao Vincenzo! Buona giornata.
Buon di a voi, impara l’arte e mettila da parte, no, mettila in mezzo 😊
Concordo!
Che meraviglia bellissima la tua spiegazione Marina
Si!…